venerdì 14 dicembre 2012

E’ l’ora delle Scelte politiche a scuola: la Programmazione didattico-educativa

Laura Parisi

Sono una insegnante del Liceo Siotto, in occasione delle proteste studentesche a seguito delle scelte politiche del governo che tagliano le risorse e non riconoscono il lavoro del personale della scuola pubblica, come si evince dalle ultime norme e proposte del ministero, ho deciso di dare alla mia attività didattico educativa un taglio politico di manifesta solidarietà nei confronti delle iniziative di protesta studentesca...
La scelta consiste nel continuare a portare avanti una prassi didattica che seguo da tempo, che si ispira alle norme contenute nel DLvo n.297 e che consiste nel modulare la attività didattica in base alle difficoltà che le alunne e alunni mostrano nel seguire il programma anche riguardo
al carico di lavoro a casa; ciò rende elastiche le decisioni su verifiche e spiegazioni che vengono rimandate affinchè la classe possa dare il meglio di sé.
In questa contingenza storica per favorire le iniziative di protesta degli studenti, ho deciso di dare alle scelte didattiche che ogni a.s. inserisco nella mia programmazione una connotazione POLITICA.
Infatti ritengo che in questo momento le scelte didattiche di altri docenti abbiano anche loro significati politici ben precisi, cioè di fatto ostacolare le iniziative degli studenti.
Un ulteriore significato emerge da tali scelte: essere d’accordo con la politica governativa e non capire che se manca l’unità all’interno delle componenti della scuola il fine della scuola pubblica è destinato a snaturarsi.
Che la scuola sia sempre di più piegata alle leggi del mercato è cosa ormai chiara ai più.
Di recente l’esimio rettore prof. Settis della Normale di Pisa ha esplicitato questo orientamento mettendone in evidenza i pericoli per la società civile futura.
Voglio sottolineare che in molte scuole d’Italia docenti e alunni stanno portando avanti azioni di protesta congiuntamente senza preoccuparsi dei programmi e delle verifiche, queste infatti troveranno il loro spazio perché sappiamo tutti che dovremmo tornare in aula e svolgere il lavoro curriculare, ma l’ansia con la quale viene vissuta la preoccupazione di non poter svolgere il programma annienta lo spirito e le ragioni della protesta che non può che essere manifestata nei modi della visibilità, trasgressione e della permanenza nel tempo.

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